Fotovoltaico energia necessaria
. . . . . . . . . . .Nasce il blog appositamente come informazione agli utenti,nello specifico aziende e o privati intenzionati ad installare impianti fotovoltaici,senza cadere nel "tranello" di alcune aziende che non usano il settore fotovotaico come scopo evolutivo dell'energia e lavoro ma di truffa. Qui ogni persona che è in qualche modo stata truffata nel fotovoltaico può scrivere liberamente la propria esperienza.
sabato 6 ottobre 2012
lunedì 1 ottobre 2012
CATENA UMANA ATTORNO AL PARLAMENTO
Buongiorno, ci presentiamo in due parole. Ci identifichiamo con lo spirito rivoluzionario della “non pagina” Fb Catena Umana Attorno al Parlamento Italiano, presente da diverso tempo nel web e da noi fondata. Siamo cittadini italiani, padri e madri, figli e nipoti che da diversi mesi condividiamo, non solo a livello virtuale, certi ideali e abbiamo già proposto nel passato alcuni eventi che ci hanno portato in tante piazze italiane, a Roma e per ultimo a Vicenza...
La Catena Umana è un simbolo così come lo è il Parlamento o la Base della Eurogendfor, dove protesteremo, come tappa intermedia prima di giungere a Roma, contro la Polizia Europea e anche se la politica, non solo nazionale, non vuole che se ne parli, tramite un censura senza precedenti, noi non solo ne parliamo, ma stiamo giusto andando di persona a gridare tutto il nostro dissenso verso questa Polizia dai poteri illimitati che presto vedremo attivi sul nostro suolo italiano. Noi non la vogliamo: fuori dall'Italia!
Il vostro compito adesso è quello di divulgare il più possibile l'evento più importante mai organizzato in Italia dai tempi della Resistenza: contro la censura di regime, contro tutti i poteri forti, contro tanti partiti, partitini o movimenti pronti a prendere il posto di questi farabutti! Non si andrà al voto, non serve, serve ARRESTARLI tutti!
Uscite dal virtuale, venite qui a Roma con noi e per coloro che non possono scendete nelle vostre strade e piazze e fate sapere a tutti il Popolo Italiano ha deciso di riprendersi la propria dignità!
Noi siamo qui davanti al Parlamento e nessuno può sapere quanto ci rimarremo ma una cosa è certa: ce ne andremo solo e quando il Governo e le più alte cariche dello Stato si saranno dimessi insieme al Capo dello Stato e a tutti i parlamentari, nessuno escluso, arrestati e portati nelle patrie galere. Coraggio, facciamo il miracolo e quando il popolo si muove assume una forza incredibile e nessuno alzerà un dito contro nessuno e alla fine anche le forze di Polizia si renderanno conto che è inutile la repressione e verranno dalla nostra parte!
SIATE BUSSOLE PER I VOSTRI FRATELLI E SORELLE: IL POPOLO UNITO E' INVINCIBILE!
Messaggio per i possibili infiltrati e\o facinorosi
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Risposta sul "dopo assedio"
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Ispirazione da V di Vendetta:
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Discorso sulla Rivoluzione:
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Volantino Ufficiale:
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"Grida nel deserto" dalla piazza dell'Arena di Verona 13/09/2012
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6/03/12 ( nascita della pagina ) http://www.youtube.com/
11/03/12 ( intervista ad uno dei fondatori )
http://www.youtube.com/
12/04/12 ( video arresto ) http://www.youtube.com/
12/04/12 ( audio intercettato dopo arresto ) http://www.youtube.com/
11/07/12 ( video ufficiale ) http://www.youtube.com/
11/07/12 ( servizio di una giornalista )
http://www.youtube.com/
15/09/12 (video integrale Vicenza)
http://www.youtube.com/
15/09/12 (contro la Eurogendfor) http://www.youtube.com/
29/09/12 ( prime foto )
http://www.facebook.com/
29/09/12 ( primo video )
http://www.youtube.com/
29/09/12 ( appello dal Parlamento di tanti 'piccoli fiori')
http://www.youtube.com/
Riportiamo il Trattato di Velsen tradotto in italiano (Trattato di Costituzione della Gendarmeria Europea, per ora 6 paesi coinvolti), così ognuno di voi può rendersi conto di persona di cosa stiamo parlando:
http://files.meetup.com/
Riportiamo qui anche una spiegazione semplice su cosa sia il MES e che cosa comporti per noi ormai farne parte come Stato:
http://www.facebook.com/
mercoledì 19 settembre 2012
Mafia, racket a imprenditori: 16 arresti a Brindisi
Mafia, racket a imprenditori: 16 arresti a Brindisi
19 settembre 2012
Estorsioni,
furti e rapine agli industriali del fotovoltaico e dell'eolico. Così
avrebbe fatto affari il clan Buccarella della Sacra corona unita. Le
ordinanze di custodia cautelare in carcere sono state chieste dalla dda
di LecceI carabinieri del Comando provinciale di Brindisi hanno eseguito l'ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce, a carico di 16 persone ritenute affiliate o fiancheggiatori del clan "Buccarella" della Sacra Corona Unita che opera anche nella provincia di Lecce. Gli arrestati sono accusati, a vario titolo, di associazione a delinquere di tipo mafioso, estorsione, danneggiamento e furto, reati aggravati dal metodo mafioso.
L'operazione, chiamata 'Helios', trae origine da indagini, compiute nel Brindisino, che avrebbero accertato l'esistenza di una presunta associazione di stampo mafioso e impegnata principalmente nel racket nei confronti di almeno sette imprenditori che stavano realizzando nell'area salentina impianti per l'energia solare o eolica.
VIDEO
lunedì 30 aprile 2012
Le verità sulle incidenze del fotovoltaico “assimilate” sulle bollette elettriche
Dispiace
vedere che professionisti propaghino con colpevole leggerezza e
vogliamo sperare senza malafede, notizie scorrette che mettono a
repentaglio il lavoro ed il futuro di decine di migliaia di persone. Ci
riferiamo alla notizia degli aumenti in bolletta ENEL che tutti i media
stanno propagando corredata di motivazioni e numeri assolutamente
sbagliati. Questo modo di fare informazione denota come minimo una
scarsissima professionalità e mancanza di cultura specifica, ma
soprattutto lascia presagire che i produttori di energia inquinante
stiano facendo una fortissima ed a quanto pare efficace campagna di
pressione e disinformazione. Per sgombrare il campo da qualsiasi dubbio
di faziosità analizziamo i dati forniti da AEEG (Autorità per Energia
Elettrica e Gas) che peraltro non brilla per imparzialità ed anche
questo aspetto, trattandosi di una Autorità Garante, non è proprio degno
di un Paese che si ostina a volersi definire democratico e civile. A
questo link http://www.autorita.energia.it/allegati/consumatori/bolletta_trasparente.pdf chiunque può scaricare un documento, redatto da AEEG che spiega quali sono le componenti del costo in bolletta.
In questo documento, che invitiamo a
leggere con attenzione, assumono particolare evidenza alcuni elementi
che elenco di seguito:
1. Per una famiglia media il costo di energia elettrica è di circa 517 Euro/anno;
2. Di questo costo solo il 57% è
energia, tutti gli altri sono oneri di decine di tipi diversi che vanno
dal supporto alle Ferrovie, allo smantellamento delle misere centrali
nucleari Italiane per il cui smaltimento stiamo però pagando da oltre 20
anni, al sostegno per inceneritori e smaltimento di scorie della
lavorazione petrolifera (un regalino quest’ultimo che ha trasformato un
costo industriale dei petrolieri in un business che ha reso loro finora
oltre 35 miliardi pagati dai cittadini in bolletta);
3. Imposte su tutti gli importi, quindi
tasse sugli oneri, cioè la tassazione di una tassa!! Di queste cifre
5,58 Euro/mese dipendono dalle rinnovabili. Capito bene? 5,5 Euro al
mese!! Ha senso fare tutta questa cagnara per 5,5 Euro al mese? Questo è
ovviamente l’aspetto negativo;
Le rinnovabili però hanno anche numerosi aspetti positivi che elenco brevemente:
1. Hanno creato in questi anni di
recessione generale, oltre 150.000 posti di lavoro in controtendenza con
ogni altro settore (e non è che non esistano altri settori pesantemente
incentivati che però producono solo disoccupazione), posti di lavoro
soprattutto giovanili e soprattutto al SUD;
2. Producono nelle ore centrali del
giorno una enorme quantità di energia che ha fatto diminuire il costo
dell’energia nelle ore di picco dei consumi;
3. Producono un enorme beneficio
ambientale che significa, maggior benessere, minore quantità di
patologie e quindi minori costi di sanità a carico della collettività;
4. Producono entrate fiscali importanti
per lo stato in termini di IVA, contributi, IRES, IRAP, concessioni,
permessi, bolli, contrattualistica;
5. Rendono il costo dell’energia sempre meno dipendente dal costo del petrolio, gas, uranio, carbone ecc.
TUTTI QUESTI BENEFICI NON VALGONO 5,5 EURO AL MESE A FAMIGLIA?
Davvero dobbiamo credere che i cittadini
Italiani correttamente informati, sarebbero contrari a spendere 5,5
Euro al mese a famiglia, per dare lavoro e lasciare un ambiente migliore
ai propri figli?
E allora perché si continua a dare una informazione distorta e parziale?
Suggeriamo noi una risposta che si può trovare anche in un altro documento ufficiale dell’AEEG il seguente:
RELAZIONE DELL’AUTORITÀ PER L’ENERGIA
ELETTRICA E IL GAS SULLO STATO DEI MERCATI DELLʹENERGIA ELETTRICA E DEL
GAS NATURALE E SULLO STATO DI UTILIZZO ED INTEGRAZIONE DEGLI IMPIANTI
ALIMENTATI DA FONTI RINNOVABILI
Siate gentili e leggete anche questo che dice testualmente:
“I prezzi e i profili di offerta tipici
degli impianti eolici e fotovoltaici hanno l’effetto di comprimere i
prezzi di equilibrio su MGP (Mercato del Giorno Prima) in molte ore,
riducendo significativamente il numero di ore in cui gli impianti
termoelettrici hanno l’opportunità di coprire, oltre ai loro costi
variabili, almeno parte dei loro costi fissi.” Cosa significa al di
fuori del gergo tecnico? Significa che il fotovoltaico e l’eolico
abbassano troppo i prezzi dell’energia e quindi coloro che producono
energia inquinante non guadagnano più abbastanza. Cioè ENEL ed ENI non
riescono più a guadagnare soldi perché le rinnovabili abbassano troppo
il costo dell’energia quindi occorre screditare e distruggere le
rinnovabili. Le fonti rinnovabili, nel 2011, hanno consentito un
risparmio sul prezzo dell’elettricità all’ingrosso pari a 396 milioni di
euro. A sostenerlo è l’Irex Annual Report 2012 dell’Istituto Althesys,
che sarà presentato a Milano nelle prossime ore. L’analisi si basa sulla
comparazione costi-benefici in una proiezione che somma gli effetti dal
2008 al 2030.
Tra i vantaggi economici spiccano quelli
generati dall’abbattimento delle emissioni: l’anidride carbonica ha un
preciso valore di mercato e la riduzione degli altri inquinanti comporta
benefici in termini di mancato aggravio per i costi sanitari e le ore
di lavoro perse. Altro punto a favore è la diminuzione del rischio: il
prezzo dell’energia solare, eolica e geotermica resta fisso. Inoltre le
rinnovabili, essendo “labour intensive”, consentono di ottenere ricavi
diretti con un rapporto 1 a 3 tra quelli legati al valore degli impianti
e dei servizi e quelli determinati dalle retribuzioni. Per quanto
riguarda i costi, i dati del Report indicano che gli incentivi che
servono a coprire il differenziale tra il prezzo dell’energia
convenzionale e quello delle rinnovabili presentano uno scarto. La
tendenza è a scendere man mano che aumenta la competitività delle varie
fonti (ad esempio per il solare è previsto l’azzeramento degli incentivi
tra quattro anni). Il secondo dato mostra come l’energia elettrica, nel
nascente sistema decentrato, presenta tassi di spreco che verranno
eliminati entro il 2020.Sommando costi e benefici si ricava un saldo
positivo che vale, al 2030, tra i 21,8 e i 37,7 miliardi di euro.
“I dati indicano con chiarezza un
effetto positivo sul sistema Paese in tutti gli scenari tracciati”,
avverte Alessandro Marangoni, l’economista che guida Althesys. http://www.althesys.com/sviluppo-di-conoscenze/osservatori-e-centri-di-ricerca/irex-monitor/annual-report.
“I divulgatori delle notizie false” sono consapevoli di essere complici di questa vergognosa operazione ?
Se sono consapevoli si vergognino
ricevendo in cambio tutto il nostro disprezzo come uomini prima ancora
che come professionisti.
Se non ne sono consapevoli si documentino, ci invitino ad una intervista, chiedano informazioni, approfondimenti e chiarimenti, ma facciano un’informazione onesta. Non saremo certo noi a dirvi che le rinnovabili sono la soluzione di tutti i problemi energetici; l’unica soluzione è probabilmente un mix di energie nel quale ogni sorgente lavori al meglio delle prestazioni, ma non possiamo permettere che scelte strategiche importanti per il futuro della nostra nazione vengano fatte da pochi speculatori, orientati solo a tutelare i loro interessi e del tutto indifferenti al bene della collettività.
Se non ne sono consapevoli si documentino, ci invitino ad una intervista, chiedano informazioni, approfondimenti e chiarimenti, ma facciano un’informazione onesta. Non saremo certo noi a dirvi che le rinnovabili sono la soluzione di tutti i problemi energetici; l’unica soluzione è probabilmente un mix di energie nel quale ogni sorgente lavori al meglio delle prestazioni, ma non possiamo permettere che scelte strategiche importanti per il futuro della nostra nazione vengano fatte da pochi speculatori, orientati solo a tutelare i loro interessi e del tutto indifferenti al bene della collettività.
fonte: http://www.videoandria.com/2012/04/29/le-verita-sulle-incidenze-del-fotovoltaico-assimilate-sulle-bollette-elettriche/
domenica 29 aprile 2012
Sei in: Il Fatto Quotidiano > Ambiente & Veleni > “Il carbo... “Il carbone dell’Enel fa un morto al giorno e costa due miliardi l’anno
Greenpeace
Italia anticipa al Fatto Quotidiano il suo rapporto su Enel, basato
sulle ricerche della fondazione olandese SOMO e della European
Environmental Agency (EEA). Investimenti minimi nelle nuove rinnovabili,
sostegno anacronistico al carbone e nucleare all’estero.
Un morto al giorno, 366 l’anno per la precisione. Sono quelli
riconducibili all’inquinamento prodotto dalle centrali a carbone
dell’Enel secondo la proiezione della Fondazione Somo per Greenpeace
Italia. Applicando i parametri dell’Agenzia Europea per l’Ambiente alle
emissioni in atmosfera delle centrali della compagnia ex pubblica emerge
che “le morti premature associabili alla produzione di energia da fonti
fossili di Enel per l’anno 2009 in Italia sono 460. I danni associati a
queste stesse emissioni sono stimabili come prossimi ai 2,4 miliardi di
euro. La produzione termoelettrica da carbone costituisce una
percentuale preponderante di questi totali: a essa sono ascrivibili 366
morti premature (75%), per quell’anno, e danni per oltre 1,7 miliardi di
euro (80%)”. Un responso implacabile che la Fondazione ha trasmesso
all’Enel ricevendo, purtroppo, risposte molto elusive.Greenpeace
Il mondo sta cambiando, la produzione di energia è sempre più diffusa
e decentrata, ma l’Enel non vuole mollare: il suo vecchio mondo, quello
delle grandi centrali a gas, carbone, uranio, olio combustibile deve
essere preservato. “Enel è entrata a gamba tesa sul tema
dell’incentivazione alle rinnovabili – ha dichiarato a Repubblica.it il
senatore del PD Francesco Ferrante – . Le cose sono
due: o si tratta di disinformazione o di una sorta di confessione di chi
guarda al passato e ha paura del futuro”.
Per Greenpeace Italia non ci sono dubbi: Enel ha paura delle rinnovabili perché è ancorata al passato o si affida a tecnologie di dubbia efficacia. “Se si eccettua l’idroelettrico, che in Italia è semplicemente un’eredità di investimenti passati e in altre regioni, come in America Latina, è collegato a progetti potenzialmente ad alto impatto ambientale, gli investimenti di Enel nelle rinnovabili sono minimi, specialmente in Italia ed Europa, dove la riduzione delle emissioni di Co2 è affidata al nucleare o a improbabili tecnologie come la cattura e sequestro del carbonio (Carbon Capture Storage o CCS)”, ha dichiarato Giuseppe Onufrio, direttore di Greenpeace Italia.
Nel suo rapporto, che ilfattoquotidiano.it ha ottenuto in anteprima, Greenpeace non si limita a puntare il dito, come ha già fatto più volte in passato, sul mix energetico “anacronistico” di Enel, ma analizza per la prima volta i costi esterni delle centrali Enel a carbone e petrolio. “Si tratta dei costi per l’ambiente, l’agricoltura e la salute dei cittadini. Sono voci di costo che non compaiono nei bilanci, perché la società non li paga. A pagare è però l’ecosistema nel suo complesso”.
Greenpeace fa riferimento a un rapporto della fondazione olandese SOMO, che uscirà nei prossimi mesi, e allo studio della EEA (European Environmental Agency), l’agenzia per l’ambiente dell’Unione Europea, uscito nel novembre del 2011. Lo studio dell’EEA individua i 20 impianti di produzione di energia più inquinanti in Europa. In Italia il primato spetta alla centrale a carbone Federico II di Brindisi, gestita dall’Enel, i cui costi esterni (calcolati dall’EEA) ammontavano a 707 milioni di euro nel 2009: una cifra che supera i profitti che Enel ottiene dalla centrale. “E’ un gioco pericoloso, che non vale la candela”, continua Onufrio. “I profitti sono ottenuti con un prezzo altissimo per l’ambiente e la salute”. Greenpeace Italia ha esteso la metodologia utilizzata dallo studio dell’EEA a tutte le centrali a carbone gestite da Enel in Italia ed è arrivata a conclusioni preoccupanti: “I costi esterni delle centrali a carbone sono di 1,7 miliardi di euro – oltre il 40% dell’utile che Enel ha ottenuto a livello consolidato, in tutto il mondo, nel 2011”, si legge nel rapporto. “Se alle attuali centrali si dovessero aggiungere quelle di Porto Tolle e Rossano Calabro – che potrebbero presto essere convertite da olio a carbone – i costi esterni potrebbero toccare la quota di 2,5 miliardi di euro all’anno, suddivisi in costi per la salute, danni alle colture agricole, costi da inquinamento dell’aria e da emissioni di Co2”.
Al termine del rapporto, Greenpeace chiede ad Enel di effettuare al più presto una valutazione dei costi esterni delle centrali a combustibili fossili, riportando i risultati all’interno del bilancio di sostenibilità. Tra i quesiti rivolti ad Enel non mancano i riferimenti al progetto per la centrale a carbone di Galati, in Romania, “in un’area già colpita da decenni di inquinamento dell’industria pesante rumena” e alla centrale Reftinskaya GRES, nella regione di Ekaterinburg, in Russia, che sarebbe stata accusata di “violazioni di norme ambientali” da parte delle autorità locali. Altre domande riguardano i reattori nucleari Cernavoda 3 e 4, che Enel gestisce in Slovacchia e il progetto Baltic NPP a Kaliningrad, in Russia, per la costruzione di un nuovo reattore nucleare.
Alcune delle domande di Greenpeace sono state inoltrate alla società dalla Fondazione Culturale Responsabilità Etica (Banca Etica) azionista “critico” di Enel dal 2007. Enel sarà tenuta a rispondere entro il giorno dell’assemblea, prevista per lunedì 30 aprile. Tra gli azionisti saranno presenti, oltre alla Fondazione di Banca Etica, anche il vescovo guatemalteco Alvaro Ramazzini – delegato dai Missionari Oblati – e l’attivista colombiano Miller Armin Dussan Calderon, professore dell’Università Surcolombiana e presidente di Assoquimbo, associazione dei comitati locali colombiani che presidiano il territorio contro la costruzione della diga Enel di Quimbo in Colombia. Ramazzini e Calderon porteranno in assemblea la voce delle popolazioni del sud del mondo impattate dai progetti idroelettrici della compagnia italiana. L’assemblea potrà essere seguita online sul sito del Fatto Quotidiano e su Twitter (#nonconimieisoldi e #azionisticritici).
di Marco Atella e Andrea Di Stefano
Fonte: http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/04/29/centrali-carbone-dellenal/212586/
Per Greenpeace Italia non ci sono dubbi: Enel ha paura delle rinnovabili perché è ancorata al passato o si affida a tecnologie di dubbia efficacia. “Se si eccettua l’idroelettrico, che in Italia è semplicemente un’eredità di investimenti passati e in altre regioni, come in America Latina, è collegato a progetti potenzialmente ad alto impatto ambientale, gli investimenti di Enel nelle rinnovabili sono minimi, specialmente in Italia ed Europa, dove la riduzione delle emissioni di Co2 è affidata al nucleare o a improbabili tecnologie come la cattura e sequestro del carbonio (Carbon Capture Storage o CCS)”, ha dichiarato Giuseppe Onufrio, direttore di Greenpeace Italia.
Nel suo rapporto, che ilfattoquotidiano.it ha ottenuto in anteprima, Greenpeace non si limita a puntare il dito, come ha già fatto più volte in passato, sul mix energetico “anacronistico” di Enel, ma analizza per la prima volta i costi esterni delle centrali Enel a carbone e petrolio. “Si tratta dei costi per l’ambiente, l’agricoltura e la salute dei cittadini. Sono voci di costo che non compaiono nei bilanci, perché la società non li paga. A pagare è però l’ecosistema nel suo complesso”.
Greenpeace fa riferimento a un rapporto della fondazione olandese SOMO, che uscirà nei prossimi mesi, e allo studio della EEA (European Environmental Agency), l’agenzia per l’ambiente dell’Unione Europea, uscito nel novembre del 2011. Lo studio dell’EEA individua i 20 impianti di produzione di energia più inquinanti in Europa. In Italia il primato spetta alla centrale a carbone Federico II di Brindisi, gestita dall’Enel, i cui costi esterni (calcolati dall’EEA) ammontavano a 707 milioni di euro nel 2009: una cifra che supera i profitti che Enel ottiene dalla centrale. “E’ un gioco pericoloso, che non vale la candela”, continua Onufrio. “I profitti sono ottenuti con un prezzo altissimo per l’ambiente e la salute”. Greenpeace Italia ha esteso la metodologia utilizzata dallo studio dell’EEA a tutte le centrali a carbone gestite da Enel in Italia ed è arrivata a conclusioni preoccupanti: “I costi esterni delle centrali a carbone sono di 1,7 miliardi di euro – oltre il 40% dell’utile che Enel ha ottenuto a livello consolidato, in tutto il mondo, nel 2011”, si legge nel rapporto. “Se alle attuali centrali si dovessero aggiungere quelle di Porto Tolle e Rossano Calabro – che potrebbero presto essere convertite da olio a carbone – i costi esterni potrebbero toccare la quota di 2,5 miliardi di euro all’anno, suddivisi in costi per la salute, danni alle colture agricole, costi da inquinamento dell’aria e da emissioni di Co2”.
Al termine del rapporto, Greenpeace chiede ad Enel di effettuare al più presto una valutazione dei costi esterni delle centrali a combustibili fossili, riportando i risultati all’interno del bilancio di sostenibilità. Tra i quesiti rivolti ad Enel non mancano i riferimenti al progetto per la centrale a carbone di Galati, in Romania, “in un’area già colpita da decenni di inquinamento dell’industria pesante rumena” e alla centrale Reftinskaya GRES, nella regione di Ekaterinburg, in Russia, che sarebbe stata accusata di “violazioni di norme ambientali” da parte delle autorità locali. Altre domande riguardano i reattori nucleari Cernavoda 3 e 4, che Enel gestisce in Slovacchia e il progetto Baltic NPP a Kaliningrad, in Russia, per la costruzione di un nuovo reattore nucleare.
Alcune delle domande di Greenpeace sono state inoltrate alla società dalla Fondazione Culturale Responsabilità Etica (Banca Etica) azionista “critico” di Enel dal 2007. Enel sarà tenuta a rispondere entro il giorno dell’assemblea, prevista per lunedì 30 aprile. Tra gli azionisti saranno presenti, oltre alla Fondazione di Banca Etica, anche il vescovo guatemalteco Alvaro Ramazzini – delegato dai Missionari Oblati – e l’attivista colombiano Miller Armin Dussan Calderon, professore dell’Università Surcolombiana e presidente di Assoquimbo, associazione dei comitati locali colombiani che presidiano il territorio contro la costruzione della diga Enel di Quimbo in Colombia. Ramazzini e Calderon porteranno in assemblea la voce delle popolazioni del sud del mondo impattate dai progetti idroelettrici della compagnia italiana. L’assemblea potrà essere seguita online sul sito del Fatto Quotidiano e su Twitter (#nonconimieisoldi e #azionisticritici).
di Marco Atella e Andrea Di Stefano
Fonte: http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/04/29/centrali-carbone-dellenal/212586/
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